Il radon è un gas nobile (il più pesante) prodotto per decadimento radioattivo dal radio che a sua volta proviene dall’uranio. L’uranio è presente fin dai tempi della formazione della terra in concentrazioni diverse in tutti i tipi di terreni e di rocce. Come elemento gassoso si libera dai granuli di terreno e roccia e diffonde nell’atmosfera. In aria aperta si diluisce rapidamente, ma nei luoghi chiusi [case, scuole, uffici, ecc] si accumula e può raggiungere in alcuni casi concentrazioni che sono ritenute pericolose per la salute. Essendo anch’esso radioattivo produce a sua volta altri elementi [detti anche figli del radon] che, inalati, si fissano all’interno dell’apparato polmonare causando un irraggiamento dei tessuti. In particolari circostanze e in funzione della concentrazione di radon viene aumentata la probabilità  di insorgenza di un tumore polmonare. L’Organizzazione Mondiale della Sanità  ha classificato il radon come agente cancerogeno fin dal 1988.

Alla esposizione al radon è attribuita la seconda causa di decessi per tumore polmonare dopo il fumo.

In Italia il 5 -20% dei casi di tumore polmonare è attribuito al radon. Negli anni 70-90 molti paesi hanno condotto indagini per conoscere l’entità  del fenomeno. L’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici [ex Apat ora ISPRA] e l’Istituto Superiore della Sanità  [Iss] hanno condotto, in collaborazione con tutte le regioni, un’indagine nazionale su un campione rappresentativo di abitazioni. Tale indagine ha consentito una prima valutazione del fenomeno: la concentrazione media italiana è risultata di circa 70 Bq/m3 [Becquerel per metrocubo, unità  di misura della concentrazione di radon] con una situazione diversificata da regione e regione. Campania, Friuli, Lazio e Lombardia sono le regioni in cui, mediamente, la concentrazione è risultata più elevata.

Il nodo centrale del problema è tuttavia l’individuazione dei singoli edifici in cui la concentrazione di Radon può rappresentare un rischio eccessivo per gli occupanti e la loro eventuale bonifica: è, infatti, possibile risanare un edificio, sono centinaia di migliaia, nel mondo, gli edifici bonificati o costruiti con criteri anti-radon. Ma quando un rischio radon diventa eccessivo?

A tale proposito si può far riferimento a dei livelli di concentrazione, ma bisogna distinguere tra abitazioni e luoghi di lavoro [in virtù del fatto che nelle abitazioni si trascorre mediamente un tempo maggiore]. Per le abitazioni, in assenza di una normativa nazionale, si può fare riferimento alla Raccomandazione Europea 143/90 Euratom in cui sono riportati due distinti valori: 400 Bq/m3 per le abitazioni esistenti e 200 Bq/m3 per le abitazioni da costruire, come parametro di progetto. Per i luoghi di lavoro esiste, invece, una specifica normativa italiana, peraltro non ancora completamente attuata, nella quale è fissato un primo livello di intervento pari a 500 Bq/m3.

Molti paesi sono impegnati nell’individuazione delle aree del proprio territorio in cui il fenomeno è più incisivo in termini di numero di edifici con elevate concentrazioni di radon. Tale operazione definita “mappatura”, è riconosciuta quale utile strumento per la definizione di opportune strategie di intervento, per concentrare energie e risorse con lo scopo di cercare e identificare i singoli edifici soggetti ad elevate concentrazioni di radon. In Italia, sugli ambienti di lavoro le regioni sono state incaricate di eseguire queste mappature e molte di esse stanno già  operando, anche in assenza di specifiche indicazioni sulle modalità  di esecuzione delle indagini che dovevano essere prodotte proprio dalla completa applicazione della normativa. I primi risultati cominciano a essere prodotti. (Fonte: Giancarlo Torri – MTM n. 13/2005).

L’incontro, organizzato congiuntamente da CEA Messina Onlus ORSA e Sigea, con il patrocinio dell’Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia, si terrà  a Messina presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, alle ore 16:00, e si svilupperà  secondo il seguente programma:

ore 16:00

Saluti e inizio lavori

On. Giuseppe Buzzanca, Sindaco Comune di Messina

Avv. Giuseppe Corvaja, Assessore alle Politiche del Territorio del Comune di Messina

Dott. Nunzio Romeo, Presidente Ordine dei Medici Messina

Dott. Gianvito Graziano, Presidente Ordine Regionale Geologi di Sicilia

Arch. Gaetano Montalto, Presidente Ordine Architetti, P. P. e C. della Provincia di Messina

Ing. Roberto Sanfilippo, Presidente ORSA

Ing. Francesco Cancellieri, Presidente CEA Messina Onlus

Presiede

Dott.ssa Elvira Amata, Assessore all’Ambiente del Comune di Messina

ore 16:30

Interventi

I rapporti tra uomo, terremoti ed ambiente

Dott. Francesco Italiano, Primo Ricercatore Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Palermo

ore 17:15

Metodologie di misura di degassamento dei suoli

Dott. Pietro Bonfanti, Tecnologo Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Palermo

ore 18:00

Modifiche del DNA della popolazione nell’area dello Stretto di Messina

Dott. Calogero Ciaccio, Referente Banca del Cordone Ombelicale di Sciacca

ore 18:45

Estrazione e tipizzazione del DNA nucleare da materiale biologico

Cap. Carlo Romano, Responsabile della Sezione Biologica Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) di Messina

ore 19:30

Conclusioni

Dott. Biagio Privitera, Presidente SIGEA Sicilia

Seguirà  rinfresco.

La partecipazione è gratuita e dà  diritto agli iscritti all’ordine dei geologi, nel rispetto degli orari previsti, a 3 crediti formativi.

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a:

Segreteria Organizzativa

CEA Messina Onlus – SIGEA Sicilia

Tel 348 3832468 – 347 5870723

Fax 178 6018456

ceamessina@tiscali.it – www.ceamessina.it

AREA TERRITORIALE
Messina

DATA
28 febbraio 2009

TIPOLOGIA

Convegno

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