Alle origini della memoria è il titolo della mostra che Marcello Mondazzi (1954) presenta ai Cantieri Culturali della Zisa venerdì 6 dicembre alla ore 17:30.

La mostra, promossa dal Comune di Palermo e da ORSA, è realizzata in collaborazione con la Galleria San Fedele di Milano, la Talbot Rice Gallery di Edimburgo e con la partecipazione di Grandi Stazioni S.p.A., ed è stata resa possibile grazie al contributo di ASSINDUSTRIA.

La mostra di Marcello Mondazzi intende riproporre, sia pure con alcune varianti, le esposizioni presentate al Parco Archeologico di Cuma, al Centro Culturale San Fedele di Milano e alla Talbolt Rice Gallery presso l’Università  di Edinburgo.

Si tratta di alcune sculture in materiali plastici di particolare suggestione espressiva e simbolica: alcune pertiche, una ruota, un carro trionfale, una porta, una spirale.

Tutto sembra parlare di una memoria scritta nel più profondo dell’uomo e che affiora attraverso la rappresentazione di forme pure e ideali. Memoria, dunque, intesa non come riscoperta archeologica ma come spunto immaginifico, come risorsa chiamata a interpretare il presente. Memoria come traccia dello spirito che affiora attraverso la purezza di forme.

Anche se lo stile di queste sculture trae origine, in ultima analisi, dalla grande tradizione del passato ed in particolare delle forme dell’Antichità  – dall’arte greca a quella latina ed etrusca – le opere si pongono in un dialogo particolare con il mondo contemporaneo, per essere testimoni di un mondo che l’uomo non potrà  mai cancellare o ignorare dalla sua esistenza.

A partire da questo punto di vista, la mostra acquista un particolare significato di recupero della memoria in una terra, quella siciliana, particolarmente ricca di suggestioni e di tradizioni che ci riconducono alle origini della civiltà  occidentale, meglio, al cuore del mistero inscritto nel cuore dell’uomo.

”Le memorie sono trasparenti – dice il Prof. Duncan McMillan della Talbot Gallery – ma, come i fantasmi, non hanno sostanza: si sovrappongono a strati, l’una sull’altra, ed è perciò ingannevole la loro trasparenza. Quest’ultima lusinga, come sanno i veli di una danzatrice, allude alla sostanza che nasconde e ci lascia perfino sbirciare ma solo fugacemente; ci sfugge sempre e mai possiamo afferrarla completamente. Allo stesso modo Mondazzi concepisce le proprie sculture, non attraverso una descrizione prosaica, ma mediante la sovrapposizione di trasparenti suggestioni.

Le opere che egli realizza sembrano incomplete, frammentarie, come del resto sono anche le memorie, quali meravigliose vestigia del mondo sconosciuto della preistoria, assumono in tal senso importanza archeologica. Si tratta però di un tipo particolare di memorie e divengono dunque testimoni misteriosi del subconscio collettivo. Contribuiscono a creare tale effetto anche un carro trionfale che sembra provenire di sepoltura dell’età  del bronzo e una grande ruota posta di fronte ad un triglifo megalitico che ricorda il disco del sole o della luna”.

Obiettivo della manifestazione è quello di creare momenti di confronto – scambio fra le realtà  culturali del territorio e quelle già  dichiarate della Talbot Rice Gallery e del Centro Culturale San Fedele.

La mostra curata da Andrea Dall’Asta, studioso d’arte contemporanea, è corredata da un catalogo pubblicato dalle edizioni Leopardi e contiene testi di Andrea Dall’Asta, direttore della Galleria san Fedele (Milano), di Angela Madesani, critico d’arte, di Duncan MacMillan, direttore della Talbot Rice Gallery (Edinburgh). Lorenzo Canova, critico d’arte, commenta infine il dialogo tra Marco Anelli e lo scultore abruzzese.

La mostra, allestita presso lo Spazio Ducrot dei Cantieri Culturali Zisa, resterà  aperta al pubblico dal 6 dicembre 2002 all’8 gennaio 2003 , dalle ore 9:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 20:00.

AREA TERRITORIALE
Palermo

DATA
6 dicembre 2002 / 8 gennaio 2003

TIPOLOGIA

Mostra

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